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Coloni fuori controllo

dicembre 18, 2011

Nell’ultima decina di giorni sembra che l’esercito israeliano abbia perso il controllo della situazione in Cisgiordania. Le ripetute azioni violente dei coloni israeliani, presenti da anni nel sottofondo dell’occupazione militare, hanno all’improvviso acquisito un’ampiezza e una gravità quasi inaudita fino ad ora.

7 Dicembre:  un gruppo di coloni cerca di incendiare la moschea del villaggio di Bruqin: prende fuoco l’ingresso e due automobili parcheggiate fuori. I teppisti scrivono sui muri alcuni slogan razzisti contro gli arabi.

11 Dicembre:  un grosso gruppo di coloni (tra 100 e 200 secondo i resoconti) attacca nella notte il villaggio palestinese di ‘Asira al-Qabiliya. Una decina di case vengono prese di mira con una fitta sassaiuola: alcune finestre si rompono e gli abitanti delle case restano traumatizzati. Due veicoli vengono danneggiati. Secondo un testimone oculare, i coloni erano vestiti in uniformi nere ed armati.

13 Dicembre: un gruppetto di attivisti di estrema destra col favore della notte supera i reticolati alla frontiera con la Giordania e occupa brevemente alcune chiese abbandonate sulla linea di confine, vicino al fiume Giordano, prima di essere arrestati e portati via dalle forze di sicurezza israeliane.

13 Dicembre: una cinquantina di coloni e di attivisti israeliani irrompe in una base militare dell’esercito israeliano vicino alla città di Qalqiliya, in Cisgiordania, lanciando pietre, bruciando copertoni e danneggiando vari veicoli.

14 Dicembre: assalitori ignoti tentano di appiccare il fuoco ad una moschea abbandonata a Gerusalemme Ovest, danneggiandola parzialmente.

15 Dicembre: un gruppo di coloni incendia ed imbratta con scritte razziste la moschea del villaggio palestinese di Burqa, nel governorato di Ramallah.

Gli attacchi intimidatori contro le moschee, le automobili, gli uliveti, e le case stesse dei palestinesi non sono una novità: i coloni più estremisti e radicali li compiono regolarmente da diversi anni, e con frequenza crescente. E in alcuni casi in passato se la sono presa con i palestinesi stessi, causando morti e feriti.

A cosa è legata però questa impennata così fulminante? L’esercito israeliano si è mosso in questi giorni per smantellare una nuova piccola colonia (un outpost*) in Cisgiordania, dichiarato illegale dai tribunali israeliani. E i vari gruppi estremisti di giovani coloni hanno reagito all’impazzata, sfogando la loro collera e frustrazione a destra e a manca, soprattutto sui palestinesi ma anche sui loro stessi soldati.

In particolare l’attacco contro la base militare è un fatto insolito, quasi unico, e ha avuto immediatamente una grande risonanza nella stampa israeliana. Sembra che l’esercito abbia perso il controllo di questi gruppi radicali di attivisti, e non sia in grado di far rispettare la propria autorità. Le reazioni del pubblico israeliano in difesa dei propri soldati sono state immediate, e il governo sta ora discutendo sulla necessità di dare un giro di vite e di reagire più severamente contro questo tipo di aggressioni.

Eh già, intanto però il gruppetto di giovani coloni che ha fatto irruzione nella base militare è stato respinto e scacciato fuori, ma non arrestato. I responsabili degli altri atti non sono stati trovati. L’impunità per questi atti di violenza e di teppismo, e soprattutto per quelli rivolti a danno dei palestinesi, è stata quasi sempre la regola negli ultimi anni. I coloni radicali si sono quindi abituati a farla franca e a poter ripetere questo genere di azioni senza grossi problemi.

Riusciranno il governo e l’esercito a punire queste azioni in modo più severo e a sconfiggere questa cultura dell’impunità? Ma soprattutto, tenendo conto che la coalizione di governo dipende dall’appoggio dei partiti di estrema destra e del movimento dei coloni, avranno davvero la volontà politica di farlo?

*La legge israeliana distingue tra colonie “legali” (settlements, in inglese) e colonie “abusive” o “illegali” (outposts, in inglese). Queste ultime sono in genere di recente creazione e di piccola taglia; sono spesso costituite da un gruppo di roulotte o di container riunito in cima a una collina. E’ importante ricordare che secondo le leggi internazionali tutte le colonie israeliane sono illegali, in quanto costruite su territorio militarmente occupato.

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